CRITICS
2019
Giulia Plebani
ita
Osservazioni per un tentativo di fruizione attiva
Nello spazio sono presenti n. dispositivi: non sono né sculture né installazioni.
Il dispositivo è un tentativo, una possibilità, un’ipotesi di esprimersi nello spazio ovvero trarre fuori il sé.
Il dispositivo è un catalizzatore, raccoglie e focalizza.
La pratica di TDD è collettiva: il dispositivo non è autonomo.
È grazie all’azione dell’attuante che il dispositivo si rivela, scoprendo le sue possibili varianti.
Allo stesso tempo: l’azione sul dispositivo permette all’attuante di determinare il suo sé in quel momento, in quel luogo, nel presente, adesso.
Dispositivo e attuante alimentano reciprocamente la propria presenza riconoscendosi uno nell’altro.
L’attuante sono loro. Sono io. Sei tu. È la collettività.
È attuante chi agisce sul dispositivo così come l’osservatore presente che accoglie la pratica esterna e la restituisce internamente a sé. Chi si muove nello spazio con intenzionalità. Chi ne fa parte.
Così come l’attuante anche il dispositivo non è né stabile né perenne. Vive di crisi, ricostruzioni, variabili ed espansioni.
Il dispositivo vanta i propri limiti, non li nasconde, al contrario ne fa punti di forza. Sfugge la gravità pur rimanendo saldo centro di attrazione.
Si compone e scompone nello sguardo della collettività.
Tenta di restituire presenza.
Tentativo di Dubbio_una pratica collettiva Didymos and TDD Research Team: Angelo Camillieri, Massimiliano Marianni, Beatrice Migliorati, Giulia Plebani,
and the participants in the work sessions: Alice Gangemi, Lucio Lanfranchi, Marila Guglielmi, Barbara Baroncini, Giuseppe Mongiello, Alice Facchini, Denise Ania, Marzia Fino, Daniela Alfano, Ester Giamberini, Federico Bagnolini, Mauro Pagano, Flaminia Samperi, Michele Romitelli, Sara Gobbi, Irene Soldati, Carolina Pisapia, Ivana Damiano.
curated by Quaderni Urbani Làbas, from November 4 to December 6 2019, Làbas, Bologna.
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