TENTATIVO DI DUBBIO_capitolo 1
“Nel tentativo di dubbio, che è connesso con una tesi (…), la messa fuori circuito si realizza in e con una modificazione dell'antitesi, e precisamente nell'“ipotetica posizione”(Ansetzung) del non-essere, che forma quindi la base complementare del tentativo di dubbio.” […] Edmund Husserl Il dato empirico, la sua misurazione e classificazione attraverso i modelli della scienza applicata, costituiscono la nostra quasi assoluta prospettiva conoscitiva, entro la quale ci muoviamo e ci riconosciamo. La pretesa di inequivocabilità della scienza applicata, costituisce la nostra convinzione condivisa della conoscenza della realtà, rischiando di spegnere il nostro senso critico e la capacità di trascendere il reale. Tentativo di dubbio parte da questi presupposti volgendo lo sguardo all'obiettivo di un'aporia conoscitiva, definendo un incubatore di meditazione dialettica verso l'interiorità dell'essere. Si tratta di un processo nel quale la realtà data, e il giudizio vengono messi tra parentesi, fuori circuito. Tentativo di dubbio ha una forma aperta e circolare che procede fallimento per fallimento; si sviluppa in una serie di tentativi costituiti da una traccia audio e un esperimento installativo. I materiali impiegati sono carta, vetro, cera e piombo, e sono scelti per le proprie qualità fisiche. Questi, inevitabilmente, hanno bisogno di supporti tecnici per poter sviluppare azioni e relazioni: pinze, elastici, calamite, piccole apparecchiature elettriche. Tra le due parti che compongono l'opera si crea una dinamica di resistenze, per cui gli assunti di una non possono essere validi nel sistema dell'altra. Così, in una reciproca negazione, la sospensione creativa e la pura materialità, generano uno spazio vuoto e in potenziale. Il dubbio permette di muoversi da un livello di conoscenza all'altro, senza l'obbligo di escludere alcuna ipotesi. Il visitatore è invitato a perdersi, a toccare e ad ascoltare, a mettere in relazione la visione materiale con quella interiore, in un tentativo che si basa su una serie di fallimenti reiterati e un processo d’interazione, senza soluzione di continuità, tra tutti i soggetti coinvolti. L’opera si compone di tre registratori vocali digitali, su ognuno dei quali sono registrate otto tracce con gli otto tentativi; i visitatori potranno usarli quasi come se fossero delle audio-guide, anche se queste guide serviranno per perdersi. A ogni tentativo corrisponde un numero, lo stesso della traccia sul registratore vocale. Un percorso, metafisico, materiale, alchemico ed estetico, che lascia da parte ogni giudizio o ricordo individuale. Crea dinamiche di resistenza, sviluppa aporie conoscitive, distrugge ogni sicurezza per aprirsi ad infinite possibilità del reale. Mettendo il dubitare come disposizione fondamentale per la sopravvivenza antropica; proponendo una visione flessibile, meditativa, intuitiva e intenzionale. |
"In the attempt to doubt, which is connected with a thesis (...), the out-of-circuit is realized in and with a modification of the antithesis, and precisely in the "hypothetical position" (Ansetzung) of the non-being, which then forms the complementary basis of the attempt at doubt. "[...] Edmund Husserl The empirical data, its measurement and classification through the models of applied science, constitute our almost absolute cognitive perspective, within which we move and recognize each other. The applied science claim of unequivocal constitutes our shared conviction of the knowledge of reality, risking to extinguish our critical sense and the ability to transcend reality. Tentativo di dubbio starts from these assumptions, looking at the objective of a cognitive aporia, defining an incubator of dialectical meditation towards the interiority of being. It is a process in which the given reality, and the judgment are placed between brackets, out of circuit. Tentativo di dubbio has an open and circular form which proceeds failure to failure; it develops in a series of attempts consisting of an audio track and an installation experiment. The materials used are paper, glass, wax and lead, and are chosen for their physical qualities. These, inevitably, need technical support to develop actions and relationships: pliers, rubber bands, magnets, small electrical equipment. Between the two parts that compose the work a dynamic of resistances is created, so that the assumptions of one can not be valid in the system of the other. Thus, in a mutual negation, creative suspension and pure materiality, generate an empty space and potential. Doubt makes it possible to move from one level of knowledge to another, without the obligation to exclude any hypothesis. The visitor is invited to get lost, to touch and to listen, to relate the material vision with the inner one, in an attempt that is based on a series of repeated failures and a process of interaction, without interruption, among all the subjects involved. The work consists of three digital voice recorders, on each of which eight tracks are recorded with the eight attempts; visitors can use them almost as if they were audio guides, even if these guides will be used to get lost. Each attempt corresponds to a number, the same as the track on the voice recorder. A path, metaphysical, material, alchemical and aesthetic, which leaves aside any individual judgment or memory. It creates dynamics of resistence, develops cognitive aporias, destroys any security to open up to infinite possibilities of reality. Putting the doubt as a fundamental disposition for anthropic survival; proposing a flexible, meditative, intuitive and intentional vision. |
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DIDYMOS 2015/18 curated by Martina Cavallarin Exhibitions: -From January 20 to February 24, 2018, When the tiger came in from the center of my feet, Solo exhibition, curated by Martina Cavallatin, Ellebi Galleria d'arte, Cosenza. interview of the curator Martina Cavallarin |
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