WHEN THE TIGER CAME IN FROM THE CENTER OF MY FEET
2017
2017
WHEN: from January 20 to February 25, 2018.
WHERE: Galleria d'Arte ELLEBI, Cosenza., Italia. WHAT: Solo Exhibition curated by Martina Cavallarin. Opening January 20 18.00 p.m. conversation with Gemma Anais Principe. CURATED BY: Martina Cavallarin INFO: www.galleriaellebi.com ELLEBI fb (+39) 0984-1812534 [email protected] WHEN THE TIGER CAME IN FROM THE CENTER OF MY FEET è la prima mostra personale del duo Didymos (Alessia Certo, 1985, e Giulia Vannucci, 1984), alla Galleria ELLEBI di Cosenza.
Attraverso il linguaggio poetico dell’arte il progetto convoglia l'attenzione su alcune emergenze per arrivare all'interiorità dell'uomo. Didymos attivano una riflessione sulla società la quale rimuovendo dalla memoria le proprie debolezze genera inevitabilmente una forza distruttiva inconsapevole. WHEN THE TIGER CAME IN FROM THE CENTER OF MY FEET rappresenta un tentativo in cui artista e pubblico si trovano in una reciproca condizione d’instabilità e fragilità. Un'autentica relazione con il sé e l'altro per mezzo dell'arte. È così che l'opera diventa strumento d’indagine, atta a pungolare la resistenza dell'artista e dell'osservatore, mediante un fallimento necessario a sviluppare il potenziale umano. Un pensiero post-romantico, atterrito da un monito visionario di un'umanità e di un pianeta al collasso, che ironizza, in qualche caso, sulla condizione stessa dell'umanità e sulle sue scelte storico, politico, culturali. Il progetto si articolata attraverso tre lavori. Al centro dei miei piedi si è insufflata una tigre è un’installazione costituita da 18 grandi disegni di polvere di grafite e gomma arabica su carta. Ogni foglio contiene un frammento del processo; le immagini, accostate le une alle altre, si estendono sulle pareti della Galleria e invadono lo spazio fisico attraverso gli aggetti della carta tagliata. Si crea così una continuità e una circolarità tra le singole visioni che conducono l'osservatore verso uno stato di apertura. Tentativo di dubbio si sviluppa in una serie di 8 tentativi costituiti da una traccia audio e un esperimento installativo che procedono fallimento per fallimento. I materiali impiegati sono carta, vetro, cera e piombo, e sono scelti per le proprie qualità fisiche. Questi, inevitabilmente, hanno bisogno di supporti tecnici per poter sviluppare azioni e relazioni: pinze, elastici, calamite, piccole apparecchiature elettriche. Tra le due parti che compongono l'opera si crea una dinamica di resistenze, per cui gli assunti di una non possono essere validi nel sistema dell'altra. Così, in una reciproca negazione, la sospensione creativa e la pura materialità, generano uno spazio vuoto e in potenziale. Il dubbio permette di muoversi da un livello di conoscenza all'altro, senza l'obbligo di escludere alcuna ipotesi. Un lungo tavolo che taglia lo spazio espositivo, accoglie i tentativi; un ulteriore fallimento rispetto ai presupposti estetici della ricerca. Il visitatore è invitato a perdersi, a toccare e ad ascoltare, a mettere in relazione la visione materiale con quella interiore, in un tentativo che si basa su una serie di fallimenti reiterati e un processo d’interazione, senza soluzione di continuità, tra tutti i soggetti coinvolti. L’opera si compone di tre registratori vocali digitali, su ognuno dei quali sono registrate otto tracce con gli otto tentativi; i visitatori potranno usarli quasi come se fossero delle audio-guide, anche se queste guide serviranno per perdersi. A ogni tentativo corrisponde un numero, lo stesso della traccia sul registratore vocale. Solo per scalatori esperti è un'istallazione composta da 12 pioli in vetro che generano un movimento ascendente e discendente. Su ogni piolo prendono corpo le parole; le frasi, concatenate tra loro sia nella salita che nella discesa, alimentano una direttrice circolare tra energie grossolane e sottili. La scala di vetro è fragile ed eterea, ma l'ombra dorata che lascia sulla parete è netta e fisicamente concreta, pur riportando a memorie celesti. Un discorso visionario sul linguaggio e sulla trascendenza dell'arte, che attraverso gli inevitabili fallimenti dell'esperire mette in moto un “ascensore primordiale” (J. Grotowski). LA GALLERIA:
La Ellebi Galleria d’Arte, nasce come Galleria La Bussola a Cosenza nel 1968 fondata da Maria Carbone e Giancarlo Sirangelo. Negli anni, numerose sono state le mostre di artisti di maestri storici ospitate dalla galleria in personali e collettive (Accardi –Dorazio – Perilli – Baj - Rotella – Schifano – Angeli – Festa – Boetti – Gallo – Pizzicannella – etc). Nel 2010 la galleria si sposta dalla storica sede ormai troppo piccola e si stabilisce in Via Misasi in uno spazio prestigioso del centro città diventando Galleria d’arte Ellebi. E’ in questa sede che all'insegna dell’importante eredità culturale che le giovani galleriste Claudia e Marilena Sirangelo, proseguono il lavoro portato avanti dalla nonna e dal papà con la realizzazione di mostre di maestri storici ma con una particolare attenzione verso le nuove generazioni e le nuove proposte. IL CRITICO: Martina Cavallarin Critico d’arte, curatore e saggista si occupa di arti visive contemporanee con uno sguardo che spazia tra differenti linguaggi e necessarie contaminazioni. Ha curato mostre internazionali e pubblicato libri e cataloghi distribuiti in Italia e all'estero. L’interesse della sua ricerca si focalizza sull’indagine dei sistemi relazionali e sociali attraverso progetti artistici e formativi che coinvolgono la cultura contemporanea e la sfera umana. L’investigazione intercetta l’artista contemporaneo -androgino per condizione e disposizione- e la radice rizomatica. Studia e indaga i processi in progressione, l’espansione dell’errore, l’analisi delle imperfezioni, memoria, temporalità, azioni e mutazioni della ricerca espressa nell’ambito artistico. Nel 2009 fonda scatolabianca, di cui è presidente e direttrice, associazione dedicata prevalentemente alla crescita di giovani artisti. Partecipa a giurie e comitati scientifici all’interno di alcune istituzioni private e pubbliche. Oltre alla scrittura analitica e alla progettazione e curatela di mostre, svolge workshop di formazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, di Venezia, in associazioni e gallerie private. La sua attenzione è rivolta ai giovani artisti, critici, curatori, lavorando sulle modalità di inserimento e di crescita all’interno del sistema dell’arte contemporanea. |
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