Frammento 1: Per guardarmi, devo sempre allontanarmi. Talvolta finisce che non sono più nemmeno me stesso; mi trovo sparso a terra, a pezzi; eppure sento che mi guardo – l’azione sintetica del guardare frammenti è conquista di unità. Ogni millimetro di distanza da me, crea “me”. Andandomene torno sempre me stesso e vado verso dove vengo. Frammento 2: Il processo di creazione è amplificazione, non esiste il nulla. Esiste la materia e o spazio che crea altra materia, in modo indefesso. Nella cesura si innesta il potenziale, attorno ad essa l’atto necessario. Frammento 3: Data una conclusione, è necessariamente posta una premessa e infine altre conclusioni. Frammento 4: Forme grottesce e buio. Poichè molle, debole, mi adagio alla contingenza. Vita liquida si rapprende. Ecco i miei limiti, la solitudine, un piano che blocca la caduta, unico moto la forza di gravità. Ho fallito nella mia forma, entro i miei limiti, perché altro altro non posso essere. Anche nell’errore, dimoro sempre e solo, necessariamente, nel mio essere. Frammento 5: L’essere non è in espansione ma atomisticamente fluido. Framento 6: A caduta libera, il vuoto non sussiste e materia incontra materia in un scontro faccia a faccia. Vittoria e sconfitta concidono specularmente nella forma. Frammento 7: Un processo organico, in divenire. Un essere-relazione diventa se stesso fendendo le due parti. L’essere-relazione diventa sempre più essente, tanto più la cesura si allarga, sincronicamente, in due esseri componenti. Mi crepo ad ogni tua vibrazione, abitiamo la stessa risonanza, ogni spaccatura luccica di vicinanza. |
Fragment 1: Before I look at myself I must first move away. Sometimes I end up not being myself anymore. I find myself shattered into pieces on the floor. This synthetic action of watching fragments is my conquest of unity. Each inch of distance from my persona, creates my “self”. The action of moving away helps me reclaim my “self” go back from where I came from. Fragment 2: The process of creating means amplifying, nothingness doesn’t exist. Matter does exist, and, together with space, it untiringly generates more matter. Into the break the potential insert itself, around it, the necessary act takes place. Fragment 3: Given a conclusion, it’s necessarily asserted a proposition and infinite different conclusions. Fragment 4: Grotesque shapes and darkness. Since soft and weak, I lay down on contingency. Liquid life clot. Here are my limits, my solitude, a surface that stops the fall; gravity is the only motion. I fail, within my limits and shape, as I can’t be anything else. Even when mistaking, I always dwell only in my Being. Fragment 5: Being is not expanding, but atomistically fluid. Fragment 6: In free fall, vacuum doesn’t exist and matter meets other matter in a one to one collision. Victory and defeat symmetrically overlap in their shape. |
IL PRINCIPIO DEL DUBBIO_addestrarsi al fallimento - Opus of Beatrice Migliorati, 7 writings - ink on paper 80 gr - 29,7 x 21 cm - 2019
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